Quando ci sentiamo in ansia il nostro corpo si contrae. Quando sosteniamo situazioni più faticose ed impegnative di ciò che vorremmo i muscoli diventano doloranti e ci si sente stanchi.
Se queste situazioni si protraggono nel tempo il nostro corpo crea strutture difensive che Reich, precursore dell’analisi Bioenergetica, e Lowen, suo fondatore, hanno chiamato corazze caratteriali.
Entrambi hanno avuto il grande merito di aver portato il corpo in Psicoterapia. Esso è la sede delle sensazioni e delle emozioni. Avvertire le emozioni dentro di noi e compiere dei movimenti per esprimerle ci riporta alla calma e all’armonia, ad un vivere con maggiore consapevolezza e serenità, senza dolore.
Rispettare la propria struttura caratteriale e aiutarla ad esprimersi con maggiore libertà è l’obiettivo della Bioenergetica.
Attraverso la respirazione, il movimento e il contatto la Bioenergetica aiuta a rendere il corpo più armonioso, ne migliora la figura, la forza e la grazia nei movimenti, sviluppa la consapevolezza di noi stessi e della nostra capacità di relazionarci con il mondo.
Muovere il corpo “bioenergeticamente” significa “fare per sentire”.
Nel “radicamento” abbiamo la possibilità di percepire le gambe e il contatto dei piedi sul terreno.
Sentiamo questo contatto? Il peso del corpo è sul tallone o sull’avampiede? Le gambe sono malferme e ci fanno sentire insicuri? Avvertiamo una vibrazione nelle gambe? E’ piacevole o ci crea disagio?
Queste domande poste a noi stessi mentre si eseguono esercizi di radicamento servono a sviluppare la consapevolezza corporea.
Ogni esercizio proposto viene fatto con questa modalità e con questo scopo. Ecco perché lo sforzo non è mai fine a se stesso ma sempre teso alla percezione di Sé.
Sentirsi in diritto di esprimersi non è un’esperienza scontata. Penso a tutte le volte che siamo bloccati dalla “timidezza” o dalla paura di esporsi.
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